ANATOMIA DEL PEPERONCINO, DEL FUSTO E DEL SUO FIORE:
PARTI ANATOMICHE:
PEDUNCOLO: Il peduncolo è, in botanica, un piccolo ramo più o meno lungo alla cui estremità si trova il fiore.
CALICE: Il calice o corona è la base strutturale del fiore. E’ generalmente di colore verde e i suoi vertici si chiamano Sepali. Nel caso del peperoncino è un "calice persistente" poichè si conserva col frutto.
SEMI: Contengono una bassissima quantità di acqua ma ricchi di lecitina. Contrariamente alla credenza popolare, i semi non contengono capsaicina, anche se dal momento che sono accanto alle ghiandole capsaiciniche, ne possono assorbire un pò.
PLACENTA: E’ l’organo preposto allo scambio metabolico tra frutto e seme. A seconda della varietà del peperoncino può essere di diversi colori: bianca, gialla o a tonalità rossastre.
GHIANDOLE CAPSAICINICHE: Le ghiandole capsaiciniche sono situate tra la placenta e l’endocarpo e sono le vere fonti della piccantezza. Producono appunto la capsaicina.
ENDOCARPO: E’ la parte interna del frutto, cioè quella che racchiude la placenta e i semi.
MESOCARPO: Parte intermedia tra Endocarpo e Esocarpo. E’ la polpa del frutto che generalmente contiene la maggior parte del contenuto d’acqua e fornisce il supporto strutturale.
ESOCARPO: E’ lo strato protettivo esterno di un frutto comunemente chiamata buccia.
APICE: E’ la porzione terminale del frutto, la punta. A seconda della varietà può essere più o meno arrotondata.
STRUTTURA DEL FUSTO:
La pianta di peperoncino fa parte della classe delle Dicotiledoni poichè la struttura del suo fusto è organizzata in strati concentrici. Partendo dall’esterno si trovano: la cuticola, l’epidermide, la corteccia, il cilindro centrale e il midollo. La cuticola è un sottile strato impregnato di cera. L’epidermide è un insieme di cellule vive che rivestono l’intero fusto e i rami. La cuticola e l’epidermide hanno insieme la funzione di protezione esterna, controllando la perdita d’acqua per evaporazione. La corteccia, in un fusto verde come in questo caso, è formata da cellule parenchimatiche vive con la funzione di protezione interna al cilindro centrale. Nel cilindro centrale, sono disposti i vasi conduttori. I vasi dello xilema sono orientati verso l’interno del fusto e sono destinati al trasporto di linfa grezza (acqua e sali minerali), mentre quelli del floema sono orientati verso l’esterno e sono destinati al trasporto della linfa elaborata dalle foglie (zuccheri e sostanze organiche) agli altri tessuti della pianta. Il midollo è localizzato dentro il cilindro centrale, dove di solito si presenta sotto forma di tessuto spugnoso per la presenza di ampi spazi intercellulari. Il midollo generalmente ha la funzione di contenere sostanze di riserva.
ANATOMIA DEL FIORE DI PEPERONCINO:
Fatta eccezione per alcune specie selvatiche, la pianta del peperoncino è una pianta autogama (autofecondante). L’autoimpollinazione o impollinazione autogama, si verifica quando il polline passa direttamente dall’antera del fiore allo stigma dello stesso fiore. La vita media di un fiore dopo l’apertura è di 2-3 giorni, poi allega e diventa frutto oppure si secca e cade. La caduta dei fiori è normale, specialmente con le alte temperature estive che possono incidere sull’allegagione. Una temperatura ottimale sarebbe: diurna di 25°C e notturna di 18°C. Tuttavia non tutte le piante sono uguali, in generale i C. annuum sopportano meglio il caldo e allegano più facilmente dei C. chinense. Per la maggior parte delle varietà, dall’allegagione al frutto maturo, servono mediamente 3/4 settimane. Alcune varietà, come l’Aji Amarillo, (C. baccatum), invece possono impiegare anche 10 settimane dall’allegagione al frutto maturo.
Talvolta è possibile che un fiore nasca doppio o addirittura triplo. Per certe specie, come il C. rhomboideum, i fiori doppi sono piuttosto frequenti. Se entrambi gli ovari vengono fecondati genereranno sicuramente frutti doppi uniti in vario modo. Il genere Capsicum vanta diverse specie ognuna con fiori con diverse caratteristiche che possono variare dalla grandezza, forma e anche dal colore.
L'IMPOLLINAZIONE:
Durante il processo di impollinazione, il polline entra ed attraversa il pistillo raggiungendo l’ovario. I granuli pollinici in seguito feconderanno le uova le quali si trasformeranno poi nei semi contenuti nel frutto. L’evoluzione successiva sarà caratterizzata da una moltitudine di eventi. Durante questo processo dobbiamo considerare che probabilmente l’ovario è stato raggiunto da diversi tipi di polline. Se si tratta di polline estraneo alla famiglia delle solanacee, le uova non subiranno la fecondazione, ma nel caso contrario... beh, tutto può succedere. Per esempio, prendiamo in ipotesi che un’ape (o qualsiasi insetto impollinatore) abbia visitato prima altri fiori di peperoncino, questo insetto sarà sicuramente intriso da diversi tipi di polline e durante la visita al nostro fiore, lo sfregamento inevitabile con il pistillo farà entrare diversi tipi di granuli pollinici. Entrano in gioco ora una vera e propria cascata di eventi. Se tra i granuli pollinici, uno fosse della stessa specie e stessa varietà, l’uovo fecondato si trasformerà in un seme che riprodurra esattamente le caratteristiche originali. Se il secondo granulo pollinico fosse della stessa specie ma di un’altra varietà, il seme produrrà un incrocio con caratteristiche intermedie nella futura pianta. Se il terzo granulo pollinico fosse di un’altra specie, il terzo seme potrebbe produrre un ibrido fertile con caratteristiche intermedie, ma in caso di incompatibilità tra specie, il seme sarà sterile. Tutto questo... all’interno dello stesso peperoncino.
I TRICOMI:
I tricomi sono "peli" unicellulari o pluricellulari presenti con maggiore o minore densità su entrambe le pagine della foglia, o su tutta la superficie della pianta in base alla specie e talvolta alla varietà. Molte specie e varietà selvatiche come anche il Capsicum pubescens, dal latino appunto "peloso", ne sono un esempio. Le funzioni dei tricomi possono essere molteplici, come difesa dagli attacchi da parte di insetti fitofagi o da erbivori, maggiore resistenza in zone soggette alle temperature fredde o da una miglior raccolta d’acqua in particolari zone tropicali dove gran parte dell’umidità disponibile proviene dalle gocce della nebbia. In zone particolarmente ventose, possono interrompere il flusso d’aria riducendo la traspirazione. Una forte densità di tricomi può riflettere la luce del sole, proteggendo i tessuti più delicati in habitat molto caldi e secchi. Il tipo, la presenza e l’assenza e la posizione dei tricomi sono importanti caratteri diagnostici per l’identificazione delle piante e l’inquadramento tassonomico. Grazie allo studio dei tricomi della botanica argentina Gloria Estela Barboza, si è potuto scoprire e classificare due nuove specie di Capsicum selvatico: il Capsicum caatingae e il Capsicum longidentatum portando quindi a circa 35 specie conosciute.
I CROMOSOMI:
I cromosomi sono unità strutturali in cui il DNA, associato con specifiche proteine, si organizza all'interno delle cellule. I cromosomi contengono le informazioni genetiche (genoma) che trasmetteranno ai nuovi individui nelle divisioni cellulari (meiosi e mitosi). Generalmente il genere Capsicum possiede 24 cromosomi, ma esistono alcune specie selvatiche a 26 cromosomi. Le specie a 26 cromosomi sono:
Capsicum campylopodium Sendtn.
Capsicum cornutum (Hiern) Hunz.
Capsicum dusenii Bitter.
Capsicum friburgense Bianchetti & Barboza.
Capsicum hunzikerianum Barboza & Bianchetti.
Capsicum lanceolatum (Greenm.) Morton e Stanley.
Capsicum mirabile Mart.
Capsicum pereirae Barboza & Bianchetti.
Capsicum recurvatum Witas.
Capsicum rhomboideum.
Capsicum schottianum Sendtn.
Capsicum sp.6 "Piquete".
Capsicum sp.9 "Caraça" .
Capsicum villosum Sendtn.
Le foto dei fiori sono un’opera di proprietà di John Fiedler gentilmente concesse a Chileplanet.eu.